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FELLINI. La dolce vita e 8 ½. Fotografie di scena

Per onorare l’artista, il poeta, il regista, il pittore, l’uomo poliedrico, il contemporaneo italiano più amato e conosciuto al mondo della celluloide e della cultura, che il 20 gennaio 2020 avrebbe compiuto 100 anni, il Magazzino delle Idee di Trieste mette in evidenza attraverso 120 fotografie di scena fino a che punto due tra i suoi film più celebri La dolce vita e 8 ½ abbiano contribuito ad affermare modelli di eleganza, di gusto e di stile così nuovi e affascinanti da influenzare un pubblico molto più ampio di quello delle pellicole stesse e attualissimi ancora oggi. Prima ancora che racconti, sono una successione di immagini straordinarie che mettono in luce l’inesauribile creatività del regista. I fotografi di scena chiamati a testimoniare la realizzazione dei suoi film raccontano anche ciò che altrimenti gli spettatori non potrebbero vedere, e offrono l’occasione per comprendere il contesto in cui nacquero le opere: si vedono le signore impellicciate che, in pieno inverno, assistono al celebre bagno di Anita Ekberg nella Fontana di Trevi, gli attori al trucco, il regista all’opera mentre si sbraccia, ammalia, impartisce direttive agli attori.

Tre i fotografi di scena i cui scatti sono esposti:

Pierluigi Praturlon, testimone d’eccezione della dolce vita romana – autore della famosa fotografia di Anita Ekberg, infantile e smaliziata, nella Fontana di Trevi, simbolo del film di Fellini e manifesto di un’intera epoca. Iniziò la sua carriera nel Secondo dopoguerra lavorando per le agenzie di Vespasiani e Meldolesi. Uno scoop del 1947 con protagonista Greta Garbo, giunta a Roma in gran segreto per un provino, gli aprì le porte del successo. Si impose nel giro di pochi anni come uno dei maggiori interpreti della Roma della Dolce vita e fu chiamato spesso dalle stesse produzioni a scattare servizi fotografici dentro gli studi di Cinecittà.

Gideon Bachmann, cosmopolita e poliedrico, critico cinematografico, e fotografo amico di Pasolini e Fellini. Nato in Germania, ma presto emigrato con la famiglia, crebbe a New York, dove fu allievo di Hans Richter. Trasferitosi a Roma negli anni di maggiore vitalità del cinema italiano, strinse amicizia con Fellini e Pasolini, Bertolucci, Ferreri e Scola, documentò con la macchina fotografica i set di alcuni delle loro opere più importanti. Critico per numerosissimi giornali e riviste e docente di Tecnica cinematografica presso l’Università di Rhode Island, negli Stati Uniti,  ritornò negli ultimi anni nella nativa Germania, ricoprì il ruolo di direttore di Vox Humana, collezione di registrazioni di racconti e memorie di registi cinematografici.

Paul Ronald, francese di nascita ma fra i più importanti fotografi di scena del cinema italiano, chiamato dallo stesso Fellini sul set di 8 ½, ha lasciato attraverso i suoi scatti a colori una testimonianza eccezionale di scene e personaggi. Nato a Nizza, durante la guerra, frequenta l’ambiente del cinema e conosce Aldo Rossano Graziati, direttore della fotografia italiano che lo avvia alla professione di fotografo di scena, chiamandolo come assistente per La bella e la bestia (1946) di Jean Cocteau. L’anno dopo Aldo lo coinvolge in veste di fotografo e consulente per la pellicola nelle riprese La terra trema (1948) di Luchino Visconti, a cui fa seguito Il cielo sulla palude di Augusto Genina. Ronald si stabilisce allora definitivamente in Italia dove – fra i più apprezzati fotografi di scena – collabora con i maggiori registi nel corso di una lunga carriera a un centinaio di film.

Le fotografie sono dunque la testimonianza di un’esperienza artistica e della squadra di uomini e donne, artigiani, tecnici e artisti che consentirono a Fellini di compierla. Completano l’esposizione anche alcune immagini del fotografo Tazio Secchiaroli  il “paparazzo” per eccellenza, che testimoniano alcuni momenti della dolce vita romana rimasti nella storia del costume italiano; oltre a racconti, ritagli di stampa, manifesti che gettano luce sulle fonti di ispirazione e raccontano il dietro le quinte: le discussioni fra regista e produttore, i ripensamenti, e le polemiche giornalistiche sino alle difficoltà con la censura che accompagnarono la nascita di due pietre miliari della cinematografia.

In sintesi

Dove

Magazzino delle Idee, corso Cavour, 2  Trieste

Quando

fino al 1° marzo 2020

Orario

da martedì a domenica: 10.00-19.00; lunedì chiuso

Costo

intero 6,00 euro; ridotto: 4,00 euro