Mapa de sueños latinoamericanos. Mostra di Martín Weber
Con la sua Mapa de Sueños latinoamericanos l’artista argentino ha esplorato i desideri e le speranze di centinaia di persone diverse per età, origine ed estrazione sociale incontrate in Sud America dal 1992 al 2013. La mostra, che comprende 50 immagini in bianco e nero, è uno sguardo complesso sulla società, soprattutto è un’esperienza visiva ed emotiva avvincente che abbraccia il genere umano.
Sogni. Sogni raccontati da persone ritratte da sole o in gruppo. Uomini, donne, vecchi e giovani con l’abito della festa o i vestiti a brandelli, su campi desolati di sterpi, in riva al mare o nelle favelas. Dal 1992 al 2013, il fotografo argentino Martín Weber ha esplorato i desideri e le speranze di centinaia di individui incrociati in America Latina, dall’Argentina a Cuba, dal Messico al Perù, in Nicaragua, Guatemala, Brasile e Colombia. A tutti ha chiesto di scrivere con gessetto bianco, su una piccola lavagna nera, il proprio desiderio o sogno irrealizzato. Da questo percorso fotografico è nata la Mapa de Sueños latinoamericanos all’interno della quale confluiscono immagini poetiche e al contempo sconcertanti, che testimoniano le condizioni di vita dei soggetti ritratti in tutto il subcontinente nei loro contesti personali, sociali e storici, capaci di rivelare l’impatto delle politiche governative sulle persone.
La mostra, 50 immagini in bianco e nero cui l’autore si è ispirato anche per l’omonimo libro e film, sarà ospitata nelle sale del cinquecentesco Palazzo Tadea a Spilimbergo dal 29 giugno al 18 agosto nell’ambito della rassegna Friuli Venezia Giulia Fotografia, quest’anno intitolata Sguardi differenti. La manifestazione è realizzata dal CRAF (Centro di Ricerca e Archiviazione Fotografia) in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e con il sostegno della Fondazione Friuli. Durante la vernice, il Centro conferirà a Martín Weber l’International Award of Photography 2019, premio che dal 1987 viene attribuito agli autori più significativi del panorama internazionale.
«Mi sono chiesto cosa renda persone e comunità differenti in grado di appartenere, o sentirsi parte, di un paese, di un continente o di una cultura — spiega Martín Weber — quando ho iniziato the Map (la Mappa), ho cercato di ridefinire storie ed identità transnazionali frammentate, così come anche di fornire un’alternativa alle classiche immagini iconiche dell’America Latina. Non volevo trovarmi nella posizione di dover parlare al posto delle persone: nello scattare i ritratti aspiravo, invece, ad una collaborazione».
Provocatoria nella sua portata, questa serie è molto più che una semplice raccolta di fotografie, pensieri e ricordi: si è infatti trasformata in una ricerca per comprendere le circostanze e il contesto storico delle persone ritratte. Queste immagini sono azioni, gesti, esperienze. Sembrano chiederci:
«Abbiamo tutti il diritto di sognare o è un privilegio riservato solo a pochi esseri umani? Il nostro destino può cambiare solo se ci permettiamo di immaginarne uno che sia diverso da quello che abbiamo ricevuto Mapa de sueños Latinoamericanos esprime la resilienza dell’essere umano, la nostra capacità di adattamento e la speranza insistente in un futuro migliore. Questo progetto è un invito a intraprendere un viaggio senza limitazioni e a vedere il nostro tempo, la nostra vita, sotto una nuova luce».
Martín Weber
Nato nel 1968, fotografo e artista multimediale, ha studiato all’Università di Buenos Aires e all’International Center of Photography di New York dove ha vinto una borsa di studio. Nel 2016 ha ricevuto il Great Prize on Installations and Alternative Media al National Salon in Argentina. Ha anche ricevuto borse di studio dalla Fondazione Guggenheim, Prince Claus, il premio Silver Eye, No Strings Foundation, Hasselblad, Magnum Foundation Fund, il premio Klemm Foundation Firs, Fondo Nacional de las Artes. Ha partecipato a residenze di artisti al MAC e D21 (Santiago, Cile/2014), CPW (Woodstock/2004), Light Work (Syracuse/2002), IASPIS (Stoccolma/1998). Map of Dreams Latin American, il suo primo film come regista, è stato sostenuto?nel 2013 dall’argentina INCAA (Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales) mentre nel 2016 dalle case di produzione cinematografica EFICINE e Sørfond. È stato dichiarato nel 2014, 2015 e 2017 di interesse culturale dalla città di Buenos Aires. La casa editrice RM ha recentemente co-pubblicato il suo secondo libro Map of Latin American Dreams.
Tra le sedi espositive di Martín Weber: Getty Museum, Los Angeles (2017) Palais de Glase, Buenos Aires (2016), Museum of Contemporary Art and Tajamar and Temporal Galleries, Santiago del Cile (2014); Festival di Cortona, Italia (2014); CDF Montevideo Fotograma-13 (2013); facciata di intervento del Centro culturale San Martin, Buenos Aires (2013); Museo Nacional de Bellas Artes, Buenos Aires (2012/1996); Benzacar, Buenos Aires (2011/2002); The Project Gallery, Los Angeles (2004) e New York (2002/2000), The Photographer’s Gallery, Londra (2003); Robert Menshel Gallery, Light Work, Syracuse, New York (2003); PHotoEspaña, Madrid (2001); Le Mois de la Photo Maison de L’Amerique Latine, Parigi, (2000); The International Center of Photography, New York (1999); Kwangju City Art Museum, Corea (1999); Museum of Fine Arts Houston, Texas (1997); The Havana Biennial (1996); The Istanbul Art Biennial (1997), TGSM Buenos Aires, e Milano (1996).
Fonte: Craf - Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia.